Introduzione
Il nostro attuale ordinamento societario e politico pone l’occupazione come fattore di fondamentale importanza per la vita del singolo e della comunità e proprio per questo la sua perdita, indipendentemente dalle motivazioni accorse, è considerato qualcosa da evitare a ogni costo.
Nel momento in cui le varie realtà societarie e aziendali presenti sul territorio attraversano dei periodi di crisi, come verificatosi nella recente situazione post pandemica, lo Stato dispone degli appositi ammortizzatori sociali, tra cui rientra la cassa integrazione, allo scopo di limitare la fuoriuscita forzata dei lavoratori.
Ma cos’è esattamente la cassa integrazione e quali sono le sue dinamiche?
Che cos’è?
Per cassa integrazione s’intende essenzialmente una specifica tipologia di ammortizzatori sociali atta allo scopo di sostenere il più a lungo possibile il reddito di un dipendente allorquando si manifestino condizioni tali che ne mettono a repentaglio il mantenimento del suo lavoro.
Attenzione però a non fare confusione al riguardo, la cassa integrazione risulta essere del tutto differente dalla cosiddetta NASpl. Quest’ultima, infatti, pur configurandosi anch’essa come ammortizzatore sociale, è prettamente riservata a coloro il cui contratto è già stato risolto con l’azienda di riferimento e in quanto tale i dipendenti risultano più tali.
Fondamentale appurare come la messa in atto della cassa integrazione non vada a ledere il rapporto giuridico esistente tra dipendente e datore di lavoro, ma impatta solamente determinando un’interruzione di quegli obblighi peculiari del lavoro subordinato.
Le tipologie
Nello specifico è possibile distinguere 3 tipologie di attuazione degli strumenti d’integrazione salariale:
· Cassa integrazione ordinaria, rivolta specificatamente alle realtà societarie e aziendali operanti nel settore industriale.
· Cassa integrazione straordinaria, rivolta specificatamente alle realtà societarie e aziendali operanti nel settore turistico, commerciale e del trasporto aereo.
· Fondo integrazione salariale, conosciuto anche mediante il suo acronimo FIS, è uno strumento appositamente studiato e realizzato per quelle realtà societarie e aziendali con più di 5 dipendenti e il cui settore d’applicazione non rientra tra quelli coinvolti dalle tipologie precedenti.
Come funziona?
Quando una realtà societaria o aziendale si trova costretta per varie motivazioni a entrare in cassa integrazione, si mettono in moto precise dinamiche che passano inizialmente da una riduzione o, nei casi peggiori, a una totale sospensione dell’attività lavorativa dei dipendenti.
Laddove ovviamente si verifichi quest’ultima situazione, i lavoratori saranno del tutto esentati dai propri compiti lavorativi.
Nel caso, invece, in cui l’azienda si trova costretta a una riduzione delle ore lavorative, ecco che i dipendenti saranno comunque tenuti ad assolvere ai loro compiti, ma il loro orario consueto potrebbe essere tagliato anche di un 50%.
Ovviamente da un punto di vista aziendale entrambi le situazioni sono necessarie per fornire ossigeno alle casse e risparmiare su quello che è il fattore di costo più incidente, la retribuzione dei lavoratori.
Quest’ultima verrà corrisposta solamente in base alle ore di lavoro effettivamente effettuate, nel caso di riduzione, mentre tutti gli altri istituti retributivi indiretti saranno sospesi.
Come norma di legge, solamente il Trattamento di fine rapporto potrà essere applicato come se non si fosse verificato alcun cambiamento in azienda, ma le altre disposizioni, come detto, non saranno erogate.
Quanto dura?
Come specificato in precedenza esistono diverse tipologie di strumenti d’integrazione salariale e nei primi due casi, quello cioè di cassa integrazione ordinaria e straordinaria, la durata massima non può estendersi oltre le 24 mensilità in un quinquennio.
Differente, invece, è la situazione del cosiddetto Contratto di Solidarietà in cui la cassa integrazione può estendersi sino alle 36 mensilità.
Al termine della stessa, l’azienda sarà tenuta a ripristinare il consueto orario lavorativo stabilito contrattualmente con i dipendenti e non potrà più contare su ulteriori sussidi statali.
Tuttavia bisogna anche chiarire come possa esistere delle condizioni di particolare gravità economica in cui l’azienda è impossibilitata a recuperare i consueti volumi produttivi pre-crisi e perciò si trova costretta al licenziamento forzato dei lavoratori in esubero.
Cassa integrazione e Covid: Le misure in atto
Com’è facilmente intuibile, di cassa integrazione si parla sempre più spesso proprio recentemente a causa della forte crisi apportata in pressoché tutti i settori da parte del Covid-19 e per questo lo Stato sta studiando apposite misure che possano salvaguardare lo stipendio dei cittadini.
Una prima mossa al riguardo era stata fatta con il DPCM del 4 Marzo 2020, grazie al quale gli 11 comuni posti in zona rossa potevano contare su appositi sussidi quali: la cassa integrazione ordinaria per tutte quelle realtà produttive e i dipendenti localizzati sul territorio, la possibilità di sospendere la cassa integrazione straordinaria da parte di tutte le società e aziende che l’avessero richiesta precedentemente all’avvento della pandemia e la cassa integrazione in deroga appositamente studiata per tutti i datori di lavoro operanti nel privato.
Ma attualmente qual è la situazione?
Con l’approvazione in data 28 Ottobre del recente Disegno di Bilancio da parte del Consiglio dei ministri, si è stabilita la necessità di effettuare una profonda riforma degli ammortizzatori sociali e di presentare una nuova forma di cassa integrazione già a partire dal 2022.
Le novità più sostanziali riguardano essenzialmente l’aumento dei massimali, l’estensione della CIGS e soprattutto l’introduzione di quello che è stato definito come "Accordo di transizione occupazionale" mediante cui si procederà al recupero di tutti quei lavoratori più soggetti al rischio di esubero.
Qualora si vogliano consultare nello specifico tutte le novità introdotte e avere un’idea generale più chiara dei vari punti trattati, è consigliabile rivolgersi alla specifica sezione posta sul sito del governo e raggiungibile dal link: https://www.lavoro.gov.it/temi-e-priorita/ammortizzatori-sociali/Pagine/default.aspx.
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